In Italia, nel corso del 2022, il valore delle importazioni ha superato ampiamente quello delle esportazioni. Quanto accaduto alle merci ha penalizzato l’equilibrio dei conti con l’estero. Il saldo di parte corrente è divenuto negativo, risentendo anche dell’evoluzione della componente dei servizi e di quella dei redditi.
Il sensibile aumento delle importazioni italiane non è solo un problema di prezzi, ma nasconde anche una criticità legata alle quantità. Nel confronto tra il III trimestre 2022 e il IV 2019, le quantità di beni e servizi acquistate dall’estero sono aumentate di quasi il 20%, mentre la crescita delle esportazioni si è fermata sotto l’8%, penalizzando la ripresa dell’economia.
L’aumento delle importazioni non è solo la conseguenza dei più alti costi per l’energia. Negli ultimi venti anni, i maggiori acquisti hanno interessato anche i beni di consumo e i prodotti intermedi, mostrando una crescente dipendenza dell’economia italiana dall’estero, che interessa i consumi delle famiglie, gli investimenti delle imprese, la normale evoluzione dei processi produttivi.
Le importazioni sono arrivate ad assorbire quasi un quinto della spesa annuale delle famiglie per alimentari, bevande e ristoranti. Gli acquisti dall’estero coprono, inoltre, più del 60% dei consumi di calzature e quasi un terzo di quelli di abbigliamento. Una dipendenza dall’estero divenuta significativa anche nel comparto farmaceutico.