Il futuro della mobilità è green. La transizione verso una mobilità sostenibile a basso impatto ambientale, specie nell’ambito dei trasporti urbani, è considerata una priorità per il miglioramento della qualità della vita dei cittadini e per la salvaguardia del Pianeta.
Spostarsi camminando (mobilità dolce) o utilizzando il trasporto pubblico, muoversi in bicicletta o in monopattino, preferire l’auto ibrida o elettrica a quella a benzina, ricorrere alla condivisione di veicoli (sharing mobility) e al noleggio a breve e lungo termine sono alcune soluzioni di trasporto che caratterizzano la mobilità sostenibile nelle città, ossia l’insieme delle pratiche virtuose che conciliano il bisogno di muoversi con quello di ridurre l’inquinamento atmosferico e acustico.
La transizione verso forme di mobilità più sostenibili è un processo innescato negli ultimi decenni e che rappresenta un punto nevralgico per innescare un processo di riconversione ecologica che appare sempre più centrale nelle agende delle amministrazioni pubbliche locali in luogo soprattutto dei vantaggi derivanti dall’adozione di forme di mobilità alternative:
Incentivare il ricorso ai mezzi pubblici vanta un minore impatto ambientale rispetto all’utilizzo dei mezzi di trasporto privato. Si tratta della prima forma di intervento in fatto di mobilità sostenibile sia a livello locale, con autobus, metropolitane, filobus e tram, che a livello internazionale con collegamenti aerei ferroviari e marittimi. Soprattutto a livello urbano, incrementare il servizio significa assicurare un migliore funzionamento relativo alla frequenza delle corse e alla puntualità dei mezzi, nonché il ricorso al trasporto pubblico da parte dei cittadini.
Cos’è la sharing mobility e qual è il suo contributo ecosostenibile alla mobilità? Possiamo definire la mobilità condivisa come la trasformazione delle abitudini degli individui che tendono progressivamente a scegliere l’accesso temporaneo/occasionale ai servizi di mobilità invece che l’utilizzo di un mezzo di proprietà esclusiva.
La diffusione di questo genere di servizi è largamente supportata e favorita dalla massiccia diffusione di piattaforme digitali per l’erogazione e l’ottimizzazione del servizio stesso.
Vediamo nello specifico quali sono i servizi di vehicle sharing ed in quale modo si siano resi necessari nel semplificare i nostri flussi di spostamento quotidiani.
Per usufruire di questi servizi di sharing mobility è sufficiente uno smartphone, una carta di credito o, in alcuni casi, anche una prepagata. Due sono le opzioni di noleggio vehicle sharing al momento disponibili:
Questo ampliamento del ventaglio di servizi di mobilità aumenta le opportunità del cittadino di muoversi senza la propria auto anche abbassando considerevolmente il suo impatto sull’ambiente riducendo traffico e inquinamento, dal momento che ogni auto condivisa sostituisce da otto a venti auto private in città.
L’automobile rimane un bene costoso che si svaluta estremamente in fretta: un’auto acquistata e sostituita dopo 5 anni può perdere fino al 75% del suo valore originario. Inoltre possedere un’auto di proprietà comporta per il proprietario:
La chiave di volta che potrebbe, nel medio lungo periodo, rendere più sostenibili ed economici i nostri spostamenti passa dallo scardinamento del concetto di veicolo di proprietà esclusiva: una volta accettato questo concetto le possibilità e le opzioni di noleggio sul mercato sono davvero molte, compreso il noleggio di auto a basso impatto ambientale.
Il noleggio di auto a lungo termine o il noleggio auto flessibile come anche il noleggio a medio termine, sebbene con caratteristiche di durata e servizi differenti, danno l’opportunità di scegliere di guidare macchine di ultima generazione, progressivamente:
Soluzioni di mobilità che recepiscono in maniera più veloce gli aggiornamenti di legge e superano il problema di limitazioni alla circolazione nelle aree urbane ed extraurbane.
Scegliere il noleggio non porta benefici esclusivamente all’ambiente ma i vantaggi possono essere anche di natura economica, operativa e gestionale, come:
Overboard, Segway, Monopattini e Monowheel: di recentissimo ingresso nel Codice della Strada, sono i dispositivi a ridotto impatto ambientale (generalmente a propulsione elettrica), pensati per coprire brevi distanze, leggeri, poco ingombranti, compatti e facili da trasportare. Si tratta della cosiddetta micromobilità elettrica, ossia la risposta green degli ultimi anni: una vera rivoluzione nel mondo della mobilità urbana. Oltre al ridotto impatto ambientale, l’uso di questi dispositivi incide positivamente su diversi fronti:
Merito della grande diffusione di questi mezzi va dato anche agli incentivi statali previsti dalla Legge di Bilancio 2019, ed alla successiva inclusione nel Codice della Strada grazie a cui tali mezzi possono circolare in città su aree e percorsi pedonali, strade con limite di velocità a 30 km/h e piste ciclabili.
I piccoli mezzi di trasporto elettrico senza patente stanno prendendo sempre più spazio anche nella vita quotidiana dei più giovani che spesso hanno la necessità di muoversi per andare a scuola o a praticare sport, o anche per incontrarsi con gli amici e muoversi in città.
Scelti anche dai turisti per godere al meglio le città d’arte, questi mezzi sono divertenti da guidare ma richiedono doti di equilibrio e agilità. Vediamoli nello specifico:
Come naturale conseguenza della transizione verso questo nuovo tipo di mobilità, il tessuto urbano è stato sottoposto – e lo sarà ancora di più nei prossimi anni – ad una riprogettazione per favorire un migliore stato della viabilità. Si è lavorato sul potenziamento dei percorsi ciclopedonali, l’introduzione di corsie dedicate alla micro-circolazione, la predisposizione di colonnine di ricarica per i mini-mezzi elettrici, la “bike lane”, ossia una corsia ciclabile ricavata nella parte destra della normale corsia, ed infine è stata proposta l’introduzione della “casa avanzata”, una linea di arresto ai semafori di almeno tre metri rispetto a quella tracciata per tutti gli altri veicoli e dedicata a bici e mezzi di micro mobilità elettrica.
La ricerca di una migliore vivibilità negli spazi cittadini e la tendenza da parte dei guidatori a scegliere auto a basso consumo e a ridotto impatto ecologico hanno fornito una spinta propulsiva importante nella diffusione delle citycar e microcar elettriche.
Ideali per il traffico cittadino grazie alle dimensioni ridotte e alla compattezza, sono facili da parcheggiare ed in grado di esprimere potenza e movimento, ma anche flessibilità.
Mentre le citycar elettriche sono appannaggio dei patentati, alcune minicar elettriche (ossia quelle equiparate per legge ai quadricicli leggeri e pesanti) hanno superato anche questo scoglio: bastano, infatti, 14 anni ed il cosiddetto patentino per poterne usufruire.
Nell’ottica di un mondo che ci vuole sempre più rapidi e performanti in giro per città affollate, queste micro-soluzioni sono sicuramente un’opzione logistica valida, oltre che una scelta responsabile ed eco-friendly.