La statua raffigura Annia Aurelia Galeria Lucilla, figlia di Marco Aurelio, rappresentata nelle vesti di Demetra sorella di Zeus e dea della terra.

La donna indossa i tipici indumenti delle nobildonne dell’epoca romana: il chitone, la tunica dalle maniche corte lunga fino ai piedi, e l’himation, un lungo mantello poggiato sulle spalle e sulla testa.  Il volto della Lucilla è pieno e giovanile con zigomi pronunciati e un mento piccolo e alto.

La fronte bassa è incorniciata dalle due bande dei capelli divisi nel mezzo, composti in grosse ciocche ondulate che passando sopra le orecchie si raccolgono sulla nuca in due trecce. Più alto al centro dei capelli, è disposto un diadema simbolo dell’appellativo di Augusta, del quale venne insignita al momento delle nozze.

La statua presenta una lavorazione molto fine soprattutto nei dettagli delle pieghe del panneggio e dei capelli, particolarmente accurati. La superficie ben levigata mostra una notevole freschezza di esecuzione.

STATO DI CONSERVAZIONE MATERIALI E RESTAURI

La parte più danneggiata risulta essere il volto, con fratture del naso, del mento e delle labbra.
Spuntati sono anche l’apice del diadema e le punte dei piedi. Sono presenti varie scheggiature che interessano in particolare le pieghe del mantello.

La statua, acefala, fu completata con una testa adattata in maniera convincente, anche se non pertinente all’originale.

La scultura è stata sottoposta a un intervento di pulitura e revisione delle stuccature e al restauro strutturale della base.

L’opera è realizzata con un marmo a grana fine identificato come marmo pentelico, mentre la testa è in marmo di Taso.

 

 

 

 

STORIA

La posizione il gesto e il drappeggio della statua trovano riscontri con la tradizione delle statue femminili vestite, in particolare con statue di divinità della seconda metà del IV secolo a. C.

Inizialmente identificata come “figura femminile panneggiata”, è in seguito stata rilevata la somiglianza con la giovane Lucilla figlia di Marco Aurelio e moglie di Lucio Vero.

Nella scultura la giovane è rappresentata in una sorta di apoteosi, come una divinità, status acquisito a seguito delle nozze con Lucio, che sposa nel 164 d.C. 

Secondo questa identificazione, la datazione della statua viene a collocarsi nel II secolo d. C.

 

 

 

 

COSTUME

Le nobildonne appartenenti allo stato sociale di Lucilla conducevano una vita agiata in residenze lussuose circondate da servitù.

Le ancelle avevano il compito di assisterle nella loro preparazione presidiando le fasi dell’acconciatura e del trucco, di cui le donne romane facevano già uso.

L’abbigliamento era comunemente costituito dal chitone, una morbida tunica strettada una cintura sotto il seno e fermata alle spalle da due fibbie e dall’himation, il mantello di lana che veniva drappeggiato intorno al corpo in un movimento obliquo e poteva essere riportato sul capo.

Il diadema regale era indossato nelle occasioni ufficiali, ma oltre a questo bracciali, collane, anelli e orecchini, fermagli preziosi ornavano le fanciulle in relazione ai loro impegni mondani.