La statua ritrae un giovane pugilatore, vestito degli strumenti di combattimento, gli himantes, le fasce di cuoio che coprivano le mani con terribili rinforzi e si intrecciavano sugli avambracci degli atleti, che a Roma si evolveranno nei più pesanti cesti.
I folti riccioli incorniciano un volto liscio e affilato, il fisico è sottile e slanciato, la muscolatura ancora acerba denuncia la giovane età del ragazzo.
L’originale, probabilmente bronzeo, è una rielaborazione evoluta e complessa tratta da modelli di Policleto.
La bellezza dell’opera si evidenzia soprattutto nel morbido sfumato delle masse muscolari e nel modellato delicato.
L’autore dell’originale greco è uno scultore di scuola di Policleto da riferire ai primi decenni del IV secolo a. C.
STATO DI CONSERVAZIONE MATERIALI E RESTAURI
La statua giunge ai nostri giorni nello stato risultante dopo il restauro settecentesco effettuato tra il 1770 e il 1775 ad opera dallo scultore Vincenzo Pacetti.
L’intervento, le cui tracce sono ancora evidenti, è realizzato con tale sensibilità da rimanere in parte a lungo dissimulato e distogliendo l’attenzione dal fatto che anche la testa non fosse pertinente.
La statua, recentemente sottoposta a un intervento di pulitura e revisione delle stuccature, è eseguita in marmo di colore bianco omogeneo a grana media, proveniente dalla Grecia insulare, probabilmente da Paro, mentre gli inserti settecenteschi sono in marmo di Taso.
La fine patina dorata che lo caratterizza è il risultato della penetrazione di sostanze organiche derivanti da vecchi trattamenti.
STORIA
Nel 1739 la statua venne alla luce nel corso degli scavi effettuati per la costruzione di un’ala del palazzo del cardinale Antonio Gentili nell’area dell’attuale via del Tritone, in corrispondenza dell’incrocio con il Traforo Umberto I.
L’area ricca di ville e residenze di tipo signorile dell’epoca romana, restituì nel corso dei secoli diverse statue di carattere ornamentale.
Proprio da una di queste dimore di età imperiale proviene il Pugile, venuto alla luce insieme a numerosi preziosi reperti, tra cui un'altra statua dello stesso tipo, acquistata dal principe Marcantonio Borghese e oggi conservata al Louvre.
Passata in seguito nelle collezioni Albani, Del Drago e infine all’architetto Gaetano Koch, nel 1941 l’opera è acquistata dalla BNL su indicazione di Arturo Osio.
COSTUME
La pratica delle attività sportive, nelle quali dimostrare la propria abilità e la propria forza, era molto diffusa nell’antichità anche se le discipline atletiche comprendevano poche specialità.
Tra queste le più comuni erano la lotta e il pugilato.
Gli incontri erano violenti, e a volte letali e terminavano soltanto con la sconfitta di uno dei contendenti.
Il premio conferito, puramente simbolico, era una corona vegetale (alloro, pino, olivo o sedano selvatico).
L’attività sportiva era un complemento importante nella formazione dei giovani e preparava sia alla vita politica o militare che al professionismo.