Stabilire quale personaggio fosse rappresentato nella statua di cui resta un reperto frammentario, privo di volto e di attributi che possano renderlo riconoscibile, è un vero enigma.
È possibile dedurre la posizione del corpo dalla postura della spalla sinistra e dal fianco destro leggermente sollevati in corrispondenza della gamba portante.
Il braccio destro leggermente piegato e portato in avanti, come dimostra la spalla destra avanzata, poteva poggiarsi o trattenere qualcosa, mentre il braccio sinistro esteso portava probabilmente un oggetto. È probabile che fosse un atleta, appunto un lanciatore del disco in riposo, che tratteneva nella mano sinistra il disco.
Attraverso le proporzioni e i confronti puntuali con altri esemplari simili, si può ritenere che la statua misurasse oltre 190 cm. di altezza.
STORIA
È sempre difficile stabilire quale personaggio sia rappresentato in una statua di cui resta un reperto frammentario, privo di volto e di attributi.
La sua soluzione va individuata attraverso un confronto con altre realizzazioni scultoree alla ricerca di modelli e tipi di riferimento.
La critica si è impegnata notevolmente nell’individuazione di un riferimento convincente.
Con questo torso sono stati istituiti più volte confronti in particolare con una scultura conservata nel Museo Nazionale Romano, proprio in Palazzo Altemps: l’erma detta di Teseo, identificata anche come di Eracle. Altre somiglianze sono state individuate con molti altri esemplari, ad esempio con una statua già nella collezione Odescalchi, conservata nella Ny Carlsberg Glyptotek di Copenaghen, rispetto alla quale la nostra scultura rivela una qualità più alta.
Un confronto suggestivo è stato istituito anche con un altro torso, facente parte della collezione Ludwig, nell’Antikenmuseum di Basilea, che riproduce il tipo statuario detto del Discoforo, opera giovanile di Policleto, eseguita probabilmente entro la metà del V secolo a. C.
COSTUME
Nella civiltà greca l’attività sportiva era essenziale nella formazione del cittadino come del soldato. Si svolgeva nel ginnasio, complesso costituito da ampi spazi destinati alle diverse discipline, e frequentato soprattutto da persone benestanti, che potevano dedicare tempo alla cura del corpo.
Mentre per i Greci le competizioni sportive erano un pretesto per mostrare il proprio valore, per i Romani queste erano apprezzate soprattutto come spettacolo e divertimento.
Il lanciatore del disco è solitamente raffigurato in due posizioni principali; quella del “Discoforo”, l’atleta che regge il disco con il braccio disteso, prima o dopo il lancio.
Questa posa evidenzia le forme perfette e armoniche del corpo ben sviluppato, mentre la posizione attiva, quella del famoso “Discobolo”, fissa il momento in cui l’atleta raccoglie le forze e si prepara alla rotazione necessaria a imprimere velocità al pesante strumento, allo scopo di fargli percorrere la maggiore distanza possibile.