Negli anni del “miracolo economico” BNL si pose fra i primi istituti di credito nazionali, guadagnando anche una buona posizione nella graduatoria europea. Il suo contributo allo sviluppo economico del Paese si concretizzò nel sostegno finanziario a piccole, medie e grandi imprese, alla realizzazione di opere pubbliche, allo sviluppo del settore agrario e del Mezzogiorno.
Un ambito particolare di intervento che a partire dal 1946 segnò fortemente l’identità di BNL fu il finanziamento alla produzione cinematografica italiana, che negli anni '60 rappresentò un’area di eccellenza per il nostro Paese.
Nel decennio '60 BNL raggiunse il vertice del sistema creditizio italiano e il 9° posto nel mondo, affiancando lo sviluppo della grande impresa pubblica (siderurgica, meccanica e degli idrocarburi).
È in questi anni che BNL inizia ad affiancare alla tradizione di istituto “politico”, impegnato essenzialmente nel finanziamento della Pubblica Amministrazione, una nuova vocazione di banca “corporate”, aumentando la collaborazione e l’esposizione verso le imprese private.
Nel 1947 viene istituita la Sezione speciale per il credito alla cooperazione; nel 1949 BNL sostenne la Fiat per l’ammodernamento e l’ampliamento degli impianti, condizione necessaria per fronteggiare la competizione internazionale.
L’immagine di BNL si afferma come quella di una banca fortemente innovativa, attraverso servizi volti a offrire qualità crescente ai propri Clienti inaugurando, ad esempio, il servizio di cassa continua.
Il periodo che va dalla metà degli anni '60 fino agli anni '80 fu denso di gravi difficoltà e incognite, sotto il profilo economico e politico. Il progressivo esaurimento del boom economico fino alla crisi petrolifera, l’aumento delle tensioni sociali e delle lotte sindacali, le perturbazioni provocate dalla svalutazione del dollaro e dalla crisi del sistema di Bretton Woods segnarono il panorama sociale ed economico di quegli anni.
In questo periodo la Banca incrementò, attraverso una rete sempre più estesa di filiali e di partecipazioni, l’attività nei circuiti internazionali, contribuendo in tal modo a sostenere l’export e il lavoro italiano all’estero.Le filiali estere assunsero una notevole consistenza, assicurando così assistenza creditizia a esportatori e imprenditori italiani che intendevano investire al di fuori del territorio nazionale.
Nel 1974, oltre alle filiali di Madrid, New York e Londra, la Banca contava su 13 uffici di rappresentanza, quattro filiazioni e circa trenta partecipazioni.
Nel 1978 sale alla carica di presidente Nerio Nesi, già dirigente dell’Olivetti e vicepresidente della Cassa di risparmio di Torino.
Nel 1981 il ministro del Tesoro, principale azionista della banca, nomina direttore generale dell’istituto Francesco Bignardi. Sotto la guida di Nesi e Bignardi BNL intraprende una profonda riorganizzazione che porterà a una serie di aumenti di capitale e all’istituzione nel 1984 di BNL Holding Italia, fondata per gestire circa settanta società partecipate dall’istituto nel settore parabancario..
Fu Direttore Generale BNL dal 1945 e poi Presidente per quasi un trentennio.
Diventa Presidente dal 1978 fino al 1990.
Diventa Amministratore Delegato nel 1990.
Prima immagine: La prima campagna stampa con la nuova denominazione (1929)
Seconda immagine: Biglietti per le Olimpiadi di Roma (1950)
Dopo il 1945, il Paese si rimette in moto grazie agli aiuti, e secondo le prescrizioni, del piano Marshall.
Nel 1946 ha luogo il referendum per la scelta della forma costituzionale: vince, per due milioni di voti, la Repubblica.
Contemporaneamente, si vota per le elezioni dell’Assemblea Costituente: i partiti che raccolgono il maggior numero di voti (la Democrazia Cristiana, il Partito Comunista e il Partito Socialista) restano protagonisti della scena politica per quaranta anni. La consultazione del 2 giugno 1946 segna una novità epocale: le donne votano per la prima volta.
Subito prima del “boom” economico degli anni '50 e '60, l’Italia è ancora un paese in piena ricostruzione.
Gli anni '60 furono caratterizzati da profonde trasformazioni della società italiana: prese il via infatti in questi anni lo sviluppo industriale delle regioni del Nord Italia. Le regioni meridionali non furono coinvolte nello stesso sviluppo: anche per questo, in questi anni riprende un movimento migratorio che dal Sud Italia si indirizza non solo verso altri paesi europei, ma anche verso le città del nord industrializzato, prima fra tutte Torino.
L’industria automobilistica assume infatti un’importanza centrale, e l’infrastruttura del paese si organizza intorno a questo modello: nel 1964 viene inaugurata l’Autostrada del Sole, l’arteria che collega Milano a Napoli.
Dal punto di vista sociologico, il boom demografico viene sostenuto dal boom economico. Il livello del benessere medio delle famiglie italiane si eleva. Entrano nelle case gli elettrodomestici che migliorano la qualità della vita: lavatrice e frigorifero diventano beni di uso comune, e la televisione si afferma come strumento centrale di costruzione e trasmissione dell’informazione e della cultura popolare.
Gli anni '70 in Italia sono segnati da grandi movimenti sociali che portano a profonde trasformazioni culturali (a partire anche dal movimento studentesco del 1968) e legislative: sono di questi anni lo Statuto dei Lavoratori (1970), la legge che introduce il divorzio nell’ordinamento legislativo (1970) e il referendum popolare che lo conferma nel 1974.
Nel 1975 viene varato il nuovo diritto di famiglia che sancisce l’uguaglianza di uomini e donne e nel 1978 viene emanata la legge 194, che regolamenta l’aborto.
Il decennio è segnato anche dl terrorismo di matrice rossa e nera: da una parte le azioni delle Brigate Rosse, dalle prime azioni dimostrative agli omicidi dei magistrati, fino a quello di Aldo Moro e della sua scorta. Dall’altra, una lunga serie di stragi: nel 1969 Piazza Fontana a Milano, nel 1974 Piazza della Loggia a Brescia e la bomba sul treno Italicus, fino agli anni '80 con Ustica, la strage della stazione di Bologna, e quella sul treno 904.
Sulla scena politica, a una fase di avanzata del Partito Comunista segue la stagione del “compromesso storico”. Dopo una breve esperienza di “solidarietà nazionale”, dalla fine degli anni '80 al governo si succedono governi di pentapartito.
Nel 1983 si forma il primo governo Craxi: la sua influenza sulla politica italiana durerà a lungo, fino al 1992. Nel 1989 la caduta del muro di Berlino cambia gli equilibri geopolitici del mondo intero e la scena politica italiana.